RICERCHE
19.03.2025
Lavoro, aziende e benessere dei lavoratori: un’epoca nuova
VIII Rapporto Censis-Eudaimon
Di Censis-Eudaimon

L’VIII Rapporto Censis-Eudaimon evidenzia un cambiamento profondo nel rapporto tra lavoro e benessere. Per i lavoratori italiani, salute, tranquillità ed equilibrio sono ormai priorità imprescindibili, e il ruolo delle aziende nel garantirli diventa sempre più centrale.
L’83,4% dei dipendenti ritiene una priorità che il suo lavoro contribuisca al proprio benessere olistico e il 63,5% pensa che il proprio datore di lavoro potrebbe fare molto di più per migliorare la loro qualità della vita. Tuttavia, il mancato supporto aziendale contribuisce alla diffusione di fenomeni preoccupanti come il burnout. Il 31,8% dei lavoratori dichiara di sperimentare spesso esaurimento emotivo e distacco dal proprio lavoro, mentre il 25% vive situazioni di stress o ansia frequenti.
Inoltre, tre milioni di dipendenti sono affetti dalla “sindrome da corridoio“, ossia il continuo travaso di stress tra vita personale e lavorativa, che riduce drasticamente il benessere soggettivo, la qualità della vita e la salute mentale. Il 36,1% dei lavoratori porta a casa le tensioni lavorative, compromettendo le relazioni personali, mentre il 25,7% trasferisce problemi privati nell’ambiente professionale, con ripercussioni sulla performance.
Per affrontare gli effetti delle sofferenze da lavoro è forte la richiesta di tempo: l’89,4% vorrebbe più tempo per sé stessi e le cose che piacciono, l’86,2% per stare di più con amici e parenti, il 78,9% per svolgere attività fisica, il 73,9% per svolgere attività culturali, il 79,0% per potersi riposare.
Il 91,6% dei dipendenti apprezza una maggiore autonomia, il 94,6% un buon clima aziendale e il 92,2% considera essenziale un miglior bilanciamento tra lavoro e vita privata.
Di fronte a questa situazione, il welfare aziendale assume un ruolo sempre più strategico. Servizi di coaching, supporto psicologico e iniziative per la conciliazione vita-lavoro sono considerati strumenti chiave per il benessere e la produttività.
Le conclusioni del rapporto sono chiare: il lavoro non è più un’entità separata dalla vita personale. Le aziende devono evolversi da semplici luoghi di produzione a veri e propri ecosistemi di benessere, capaci di sostenere i lavoratori non solo nelle fasi di vulnerabilità, ma anche nel perseguimento del loro equilibrio psicofisico.

