L’Europa è indietro rispetto al resto del mondo nell’adozione dell’IA. Il problema non è la mancanza di capitale, ma di cultura organizzativa.

Solo il 13% della forza lavoro europea è coinvolta, ben al di sotto della media globale del 23%. Questo basso livello di engagement ostacola la preparazione all’uso delle nuove tecnologie. Secondo il “Culture of AI Benchmark Report” di Gallup, il ritardo europeo non è dovuto a una carenza di investimenti, ma a resistenze emotive e culturali. Sebbene le risorse finanziarie siano disponibili, molte aziende non sono pronte a integrare l’IA nei loro processi.

I principali ostacoli riguardano la lentezza decisionale, la scarsa fiducia nella qualità dei dati e la riluttanza dei leader a sperimentare nuove tecnologie. Sei leader su dieci ammettono che la propria leadership non si sente a proprio agio con l’IA e il 70% ritiene che i dipendenti non siano preparati a utilizzarla.

Gallup propone tre azioni chiave per colmare il divario: sapere di più, individuando le aree aziendali più e meno pronte; dire di più, affrontando le resistenze culturali e comunicando i benefici dell’IA; fare di più, investendo nella formazione, semplificando i processi decisionali e incentivando l’uso delle nuove tecnologie.

Le aziende europee devono concentrarsi non solo sugli strumenti tecnologici, ma anche sul coinvolgimento delle persone, creando una cultura aziendale capace di supportare l’innovazione. Senza questo cambiamento, il divario con le altre regioni del mondo continuerà a crescere.

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