ARTICOLO

13.02.2025

Play at work #6 | Giocare con l’errore: Come il gioco aiuta le aziende a trasformare il fallimento in innovazione

Di Lucia Berdini

Nelle culture organizzative giurassiche l’errore è quasi sempre visto come una minaccia, un segnale di incompetenza da evitare a ogni costo. Eppure, alcune delle aziende più innovative hanno saputo ribaltare questa prospettiva, trasformando il fallimento in un’opportunità di crescita e il rischio in un motore per la creatività. 

  • Google: L’azienda incoraggia una cultura in cui gli errori sono visti come parte integrante del processo di innovazione. Attraverso iniziative come le “post-mortem” dei progetti falliti, i team analizzano ciò che non ha funzionato per trarre insegnamenti preziosi e migliorare le future iniziative.
  • Coca-Cola: Dopo il fallimento del lancio della “New Coke” negli anni ’80, l’azienda ha utilizzato quell’esperienza per rafforzare il proprio brand e comprendere meglio le preferenze dei consumatori. Questo errore è diventato un caso di studio su come trasformare un insuccesso in un’opportunità di apprendimento e crescita.
  • Intuit: La società promuove una cultura in cui gli errori sono considerati opportunità di apprendimento. Attraverso programmi interni, i dipendenti sono incoraggiati a sperimentare e condividere le lezioni apprese dai fallimenti, favorendo un ambiente di innovazione continua.

 

Ma come si costruisce un ambiente in cui sbagliare non sia un tabù, bensì una parte naturale del processo di apprendimento?

Per noi la risposta è – again – il gioco 🙂  Giocare offre uno spazio sicuro in cui sperimentare, esplorare e affrontare l’incertezza senza paura. Gli errori, nel gioco, non sono fallimenti definitivi, ma semplici tentativi che portano alla scoperta di nuove soluzioni. Questo approccio, se applicato al mondo del lavoro, può generare un cambiamento radicale nella mentalità delle organizzazioni.

In questo articolo esploreremo come le aziende possano adottare una playful mindset per gestire il rischio in modo più efficace, creare una cultura in cui l’errore è valorizzato e promuovere ambienti lavorativi più resilienti e innovativi. Attraverso le ricerche di importanti play scholars e casi concreti, vedremo come il gioco possa diventare una strategia potente per superare la paura del fallimento e abbracciare un futuro di apprendimento continuo.

 

L’errore è essenziale per un ambiente di lavoro giocoso e produttivo

L’errore è spesso visto come un ostacolo alla performance aziendale, un elemento da evitare a tutti i costi. Tuttavia, secondo Dennis Bakke nel suo libro Joy at Work: A Revolutionary Approach to Fun on the Job, il fallimento non è solo inevitabile, ma anche fondamentale per la crescita personale e organizzativa. Le aziende che creano ambienti in cui l’errore viene accettato e addirittura celebrato tendono ad essere più innovative e resilienti.

Bakke sottolinea che il modo in cui le persone reagiscono agli errori è direttamente collegato alla cultura aziendale: se l’errore è visto come un fallimento personale, i dipendenti saranno più timorosi e meno propensi a sperimentare. Al contrario, un ambiente che considera l’errore come parte del processo di apprendimento permette alle persone di sviluppare maggiore umiltà e consapevolezza. Questa prospettiva non solo favorisce il miglioramento continuo, ma riduce anche lo stress lavorativo e aumenta la soddisfazione sul posto di lavoro. 

 Il gioco trasforma la paura dell’errore in opportunità di apprendimento

Secondo Stuart Brown e Christopher Vaughan, autori di Play: How It Shapes the Brain, Opens the Imagination, and Invigorates the Soul, il gioco è il miglior strumento per affrontare l’errore senza paura. Il motivo è semplice: nel gioco, sbagliare non porta a conseguenze gravi, ma è parte integrante dell’esperienza. Si prova, si sbaglia, si ride, si riprova. Questo approccio permette alle persone di sperimentare senza ansia da prestazione, favorendo la scoperta di nuove soluzioni.

Nel contesto aziendale, l’applicazione del gioco ai processi di lavoro può ridurre il timore dell’errore e stimolare la creatività. Ad esempio, molte aziende innovative usano l’improvvisazione teatrale come strumento di formazione per i dipendenti, proprio perché insegna a gestire l’errore con leggerezza e a trasformarlo in un’opportunità. Se l’errore viene visto come parte naturale dell’esperienza, le persone sviluppano maggiore resilienza e capacità di problem-solving.

Inoltre, il gioco, incoraggia la sperimentazione iterativa. Proprio come nei videogiochi, dove il giocatore affronta sfide ripetute fino a superarle, i dipendenti che lavorano in ambienti ludici imparano a vedere gli ostacoli come opportunità di crescita anziché come fallimenti. Questo mindset è particolarmente utile nei settori in cui l’innovazione è un fattore chiave di successo, come la tecnologia e il design.

Una cultura aziendale giocosa promuove il rischio e la sperimentazione

Nel suo studio Towards a Playful Organization Ideal Type, Harald Warmelink introduce il concetto di “convivialità” come valore fondamentale delle organizzazioni ludiche. In queste aziende, il fallimento non è considerato un problema da evitare, ma una fase necessaria del processo creativo. La convivialità, infatti, crea un ambiente in cui le persone si sentono libere di correre rischi calcolati, senza il timore di essere punite per eventuali errori.

Le organizzazioni che promuovono un approccio ludico al lavoro tendono a essere più sperimentali. Pensiamo, ad esempio, alle aziende che organizzano hackathon interni, in cui i dipendenti vengono incoraggiati a proporre idee innovative in un contesto di gioco. Queste iniziative spesso generano progetti che, altrimenti, non sarebbero mai emersi.

Quando un’azienda integra il gioco nei propri processi, le persone si sentono più inclini a testare nuove soluzioni senza paura di sbagliare. Questo crea un ciclo virtuoso: più falliamo, più impariamo, più miglioriamo. L’approccio giocoso diventa così un catalizzatore per la crescita individuale e collettiva.

L’errore stimola la creatività e l’innovazione attraverso il gioco

Uno degli effetti più interessanti dell’errore è che può essere un grande stimolo per la creatività. Secondo Play to Perform di Farzad Sedghipour, le aziende che abbracciano un approccio ludico al lavoro creano spazi sicuri in cui i dipendenti possono sperimentare e sbagliare. Questo non solo li aiuta a sentirsi più liberi, ma favorisce anche la nascita di idee innovative.

Il concetto di “errore positivo” è molto diffuso nel mondo delle startup, dove si incoraggia il fail fast, learn faster (fallisci velocemente, impara più in fretta). Questo principio si basa sull’idea che ogni errore contenga informazioni preziose per il miglioramento del progetto. Il gioco facilita questa mentalità, perché spinge le persone a provare approcci diversi senza il peso del giudizio.

Un esempio concreto di questo approccio è quello delle aziende che utilizzano giochi di simulazione per esplorare nuovi modelli di business. Grazie alla dinamica del gioco, i partecipanti possono testare strategie in ambienti virtuali senza rischi reali, imparando dai loro errori e affinando le loro intuizioni.

Le aziende più innovative celebrano il fallimento attraverso il gioco

Nel libro Well Played, Gwen Gordon esplora il ruolo del gioco nel superare i blocchi psicologici legati alla paura dell’errore. Secondo l’autrice, le aziende più innovative sono quelle che vedono il fallimento come un’opportunità di apprendimento e lo celebrano in modo esplicito.

Alcune aziende, come Google e Amazon, hanno istituito eventi interni chiamati “Fuckup Nights”, in cui i dipendenti condividono i loro errori più grandi e spiegano cosa hanno imparato da essi. Questo tipo di approccio non solo normalizza l’errore, ma crea anche un ambiente in cui l’innovazione può prosperare senza il freno della paura.

Un’altra strategia adottata da aziende di successo è quella di premiare il rischio calcolato. Alcune organizzazioni offrono incentivi ai team che tentano nuove soluzioni, anche se non sempre portano al successo. In questo modo, l’errore viene visto come un passo necessario per il miglioramento, anziché come un motivo di punizione.

In Italia, abbiamo la Scuola di Fallimento di Francesca Corrado

In Italia, una figura di rilievo nell’ambito dello studio del fallimento è Francesca Corrado, economista, imprenditrice e formatrice. Dopo un’esperienza personale di fallimento, ha fondato la Scuola di Fallimento, la prima iniziativa nel Paese dedicata a insegnare l’importanza dell’errore come strumento di crescita e apprendimento. Attraverso percorsi formativi rivolti a scuole, professionisti e aziende, la Scuola mira a cambiare la percezione negativa del fallimento, promuovendo una cultura che valorizza l’errore come parte integrante del processo di sviluppo personale e professionale. Francesca Corrado è anche autrice del libro “Il Fallimento è Rivoluzione, perché sbagliare fa bene”, in cui approfondisce il valore pedagogico dell’errore e offre strumenti per trasformare gli sbagli in opportunità. 

Carolina Orlandi e la sua ricerca sul tema del fallimento

Carolina Orlandi è una giornalista e scrittrice italiana, nota per il suo impegno nella ricerca della verità sulla morte di suo padre, David Rossi, ex capo della comunicazione del Monte dei Paschi di Siena. Ha raccontato questa vicenda nel libro Se tu potessi vedermi ora, offrendo una prospettiva personale sugli eventi. Attualmente, Carolina sta avviando una ricerca sul tema del fallimento in vari contesti, esplorando come questo possa influenzare la crescita personale e professionale. Per seguire i suoi aggiornamenti e approfondimenti su questo argomento, potete visitare il suo canale Instagram: @carolinaorlandi9.

 

L’errore è una componente inevitabile di qualsiasi processo creativo e innovativo.

Tuttavia, mentre molte aziende ancora lo considerano un problema da evitare, le organizzazioni più avanzate lo vedono come un’opportunità di crescita. Il gioco si rivela essere un alleato prezioso in questo processo, poiché offre un ambiente sicuro in cui sperimentare, sbagliare e imparare senza conseguenze negative.

Creare una cultura aziendale giocosa non significa ridurre la professionalità, al contrario, significa costruire un ambiente più resiliente, creativo e capace di adattarsi alle sfide del mercato. Le aziende che riescono a integrare il gioco nella loro struttura organizzativa saranno quelle che guideranno il futuro del lavoro.

 


Lucia Berdini è founder di Playfactory e Co-founder del Manifesto del Gioco, Play Coach, World Laughter Ambassador, Gibberish and Nonsense Coach, Playfight Trainee e Genio Positivo, Chief Happiness Officer, TEDx Speaker e mamma di Noa 🙂

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