ARTICOLO

06.10.2017

Nelle Organizzazioni è arrivata l’ora della Positività

Di 2BHAPPY

“Molte persone sono vittime del superlavoro e vivono al limite dell’esaurimento. Questa condizione è riconosciuta pubblicamente, e si fanno discussioni interminabili su come gestire meglio la nostra continua riduzione di tempo. Cosa non è altrettanto pubblicamente riconosciuto, è che molte di quelle stesse persone sono sottoutilizzate. Le loro energie restano bloccate e i loro talenti unici inespressi. Queste persone stanno impiegando tutto il loro tempo e le loro energie per avere in cambio solo un ritorno economico. Lo stipendio è importante, ma non basta. Visto che attraverso il lavoro le persone ricercano riconoscimento, prosperità e sicurezza, finiscono per ammalarsi dell’epidemia del disinteresse e unirsi alla schiera dei morti viventi”. 
Robert E. Quinn

Quante persone si riconoscono in questa condizione? Quanti senti intorno a te lamentarsi di “lavorare tanto” e allo stesso tempo “non sentirsi valorizzati” per i propri talenti e le proprie competenze?

Stracarichi di lavoro ma sottoutilizzati. Questo è il paradosso in cui vivono molti lavoratori oggi, un ciclo difficile da interrompere e che fa registrare costi sempre più alti, sia in termini di salute delle persone, sia di efficacia organizzativa.

Esistono però anche altri tipi di organizzazioni. Luoghi in cui si respira entusiasmo e passione autentica per quello che si fa, in cui si costruiscono relazioni sane, di fiducia e rispetto tra colleghi, in cui i “leader” sanno essere un esempio oltre che di professionalità anche di umanità, in cui il “tu cosa faresti?” è una domanda che nasce dalla voglia di conoscere sul serio il pensiero degli altri, in cui ci si dice “grazie” alla fine di uno scambio di opinioni o di una mail. Contesti quindi, in cui le persone si sentono realizzate, perché hanno la possibilità di imparare, crescere, esprimere ciò che sono. La fiducia nel loro potenziale e il rispetto che ricevono le fa sentire pienamente coinvolte e continuamente rigenerate.

Bello, vero? Eppure, quando parliamo di questi due tipi di organizzazioni ci accorgiamo che le persone fanno fatica ad immaginare l’esistenza del secondo scenario: un’Organizzazione Positiva, in cui sentirsi coinvolti e e rigenerati sembra un ideale irraggiungibile. Come se la maggior parte di loro fosse convinta, e soprattutto rassegnata, a non aspettarsi nulla di diverso, “le cose vanno così anzi andranno sempre peggio”.

Non saper immaginare la possibilità di costruire realtà diverse, basate su principi differenti da quelli a cui siamo abituati, è la credenza da rompere, ciò da cui dobbiamo partire.

Perché?

Perché la scienza e le ricerche sul campo hanno dimostrato che è possibile costruire Organizzazioni Positive, e che queste organizzazioni hanno risultati migliori, sia in termini di engagement e performance delle persone, sia di produttività, vendite, innovazione e profitti.

In Italia si sa molto poco delle Positive Organization e del perché la cultura della positività sta diventando, sempre più, il predittore del successo futuro di un’organizzazione.

E’ per questo motivo che stiamo lavorando ad un progetto editoriale che ha l’obiettivo di colmare questo vuoto e di favorire la diffusione della cultura della positività, in modo semplice ed efficace, anche nel sistema imprenditoriale ed organizzativo del nostro Paese.

Abbiamo, infatti, a disposizione non solo numeri, informazioni, studi e ricerche solide sull’argomento, ma soprattutto casi, esperienze e professionisti sul nostro territorio che possono raccontare e testimoniare, a più livelli, l’applicabilità e l’efficacia di tutto questo.

Quando parliamo di organizzazioni non ci riferiamo, infatti, solo alle “aziende”. Anche un ospedale, una scuola, le amministrazioni e i mass media sono sistemi che possono trasformare processi, culture e comportamenti promuovendo il benessere, la positività e la felicità di chi vive e opera in essi.

Stiamo, dunque, raccogliendo, sintetizzando ed organizzando le giuste informazioni e le esperienze di valore già esistenti che stanno segnando il passaggio dalla logica della separazione e della competizione a quella della collaborazione, della condivisione e dell’apertura, attraverso il paradigma della positività, che vogliamo mettere a disposizione di tutti quelli che, come noi, non si rassegnano allo stress e all’infelicità dilagante ma si adoperano quotidianamente affinché il nostro Paese possa liberare il suo splendido potenziale.

Di questo percorso di consapevolezza, nuove conoscenze, incontri speciali ed esperienze, che noi per prime abbiamo fatto da quando abbiamo iniziato a lavorare a questo progetto, vi racconteremo da qui alla pubblicazione del libro, prevista per la primavera del 2018, augurandoci che possa stimolare non solo curiosità sull’argomento ma anche partecipazione diretta attraverso la condivisione delle vostre esperienze e riflessioni, soprattutto in materia di pratiche positive.

Solo così, insieme, potremo aumentare il volume della positività e costruire un Mondo più sostenibile, fondato sul principio della felicità prima di tutto, per tutti.

Altri articoli