ARTICOLO

06.04.2019

Leadership positiva per un Futuro Ecosistemico

Di Daniela Di Ciaccio

Qui habet aures audiendi, audiat…

Ultime notizie dal Futuro

Abbiamo grandi sfide davanti a noi, come leader ma prima di tutto come specie umana.

I cambiamenti a cui saremo chiamati a partecipare in futuro saranno sia profondamente personali sia intrinsecamente sistemici, e non c’è tempo da perdere.

I climatologi avvertono che non resta molto tempo per passare da un mondo tutto incentrato sul profitto e sul reddito e ben poco interessato ai danni ambientali, ad un mondo dove i gas serra siano sensibilmente ridotti. Secondo i costanti rapporti di scienziati di ogni Paese, infatti, l’attività umana provoca il riscaldamento globale e il riscaldamento globale rappresenta un danno per la vita di oggi e di domani.

Eppure la maggior parte della gente pensa ancora troppo a se stessa e al consumo per stare ad ascoltarli e prendere provvedimenti…

Pulsioni materialistiche ci spingono verso la “sesta estinzione”, come molti oggi definiscono l’estinzione di specie già in atto. Claire Brown, docente di Economia all’Università di Berkeley 

La disuguaglianza è altrettanto implacabile. In molte economie è sensibilmente cresciuta da quando, a metà anni ’70, l’aumento dei redditi e della ricchezza ha interessato solo l’1% della popolazione, producendo ben pochi benefici alla maggior parte delle famiglie.

Gli economisti ci avvertono che la disuguaglianza rallenta la crescita economica e riduce la percezione di benessere, ma durante la Grande Recessione che è seguita al crac finanziario globale del 2008 è stata la gente comune a pagare il prezzo della crisi provocata dal settore finanziario, il quale si è ripreso benissimo – grazie al salvataggio operato dal governo degli Stati Uniti, salvataggio che è costato ai contribuenti americani 21 miliardi di dollari, più altri miliardi in termini di salari perduti.

Eppure, come afferma Yuval Noah Harari, solo 70 mila anni fa l’Homo Sapiens era ancora “un animale insignificante che si faceva i fatti suoi in un angolo dell’Africa”.

Nei successivi millenni la nostra specie si è trasformata nel signore del pianeta e nel “terrore dell’eco-sistema”, un dio pronto ad acquisire non solo l’eterna giovinezza ma anche le capacità divine di creare e, ahimè, di distruggere.

Siamo diventati i signori della terra che ci sta intorno, abbiamo incrementato la produzione alimentare, costruito città, fondato imperi e creato reti commerciali assai diffuse.

Ma siamo più felici? Abbiamo diminuito la sofferenza del mondo? 

 

È opinione ampiamente condivisa da tutti gli scienziati e dagli intellettuali più impegnati a favorire un cambiamento positivo del sistema che, nonostante alcuni grandi progressi realizzati – come la riduzione delle epidemie, delle carestie e delle guerre – la specie umana, gli Homo Sapiens, NOI siamo i responsabili diretti della distruzione dei nostri compagni animali e dell’ecosistema circostante.

Un insieme di particelle in cerca quasi esclusivamente del proprio egoistico conforto e divertimento, senza peraltro esser mai soddisfatti.

E come abbiamo fatto a realizzare tutto questo?

La comparsa di una nuova forma di vita

Arie de Geus, autore di The Living Company e pioniere dell’apprendimento organizzativo, afferma che il ventesimo secolo è stato testimone della comparsa sulla terra di una nuova specie: le grandi organizzazioni, e in particolare, le aziende multinazionali.

Uno sviluppo di portata storica perché fino a cento anni fa semplicemente queste non esistevano, mentre oggi proliferano senza limiti ed assumono una portata globale, di pari passo con la globalizzazione delle strutture finanziarie, relative alla distribuzione o ai flussi comunicativi.

Questi nuovi soggetti, una vera e propria nuova specie, sono in grado di influenzare la vita di ogni altra specie del pianeta.

Non esistono, infatti, nella storia altri individui, gruppi o Stati che sono stati capaci di modificare e alterare il clima, distruggere centinaia di specie animali e vegetali, modificare l’equilibrio chimico dell’atmosfera.

Anche le nostre azioni individuali sono mediate e amplificate dalle istituzioni globali, che decidono quali tecnologie sviluppare e chi può utilizzarle, le priorità dei programmi politici, che tipo di contenuti veicolare attraverso la comunicazione istantanea globale e così via.

Ma se a prima vista lo scenario appena descritto può sembrare tragico e senza via d’uscita, in realtà ci sono anche delle implicazioni positive, perché se gli effetti sopra citati sono attribuibili alle scelte di questa nuova forma di vita,

le organizzazioni, proprio in quanto forme di vita hanno anche il potenziale per apprendere, evolvere e produrre effetti diversi.

 

L’attivazione di questo potenziale positivo dipende però dall’evoluzione della loro consapevolezza, dal riconoscimento cioè delle organizzazioni come parti della totalità, soggetti che agiscono e producono effetti sugli individui e sull’ecosistema, ma che fintanto che continueranno ad espandersi ciecamente – preoccupandosi solo dei propri interessi individuali e materialistici – continueranno a minare il terreno per la loro stessa sopravvivenza.

Il ruolo dei LEADER POSITIVI

Spetta dunque ai leader, a chi guida e dirige queste organizzazioni – che siano aziende, scuole, ospedali, partiti politici o sistemi mediatici – il compito di intercettare il modello mentale prevalente, la visione del mondo dominante, i metodi e le pratiche con cui si creano e si riproducono costantemente e quotidianamente, e farle evolvere verso un nuovo stadio di coscienza, diverso dal meccanicismo tipico dell’era industriale governata dal controllo, dalla prevedibilità, dalla standardizzazione, dalla velocità ma anche da logiche di separazione ed egoismo.

Fintanto che il nostro modo di pensare rimane governato dall’abitudine e da modelli mentali non più adeguati a gestire un presente irreversibilmente diverso dal passato, continueremo a creare le stesse organizzazioni e ad osservare gli stessi problemi, a scontrarci con gli effetti devastanti dello stress e dell’infelicità a livello individuale e della diseguaglianza, della mancanza di crescita e della distruzione dell’ecosistema a livello collettivo.

 

Viviamo in un’epoca sfidante e tuttavia straordinaria: abbiamo a disposizione la totalità delle conoscenze, della saggezza, della tecnologia e delle ricerche per supportare i leader che vogliono contribuire a re-inventare le organizzazioni, come direbbe Laloux, o come diciamo noi, che vogliono creare contesti capaci di far fiorire le persone e ottenere risultati che superano le aspettative.

Sappiamo, ad esempio, che la cultura della positività, il modello dell’Organizzazione Positiva e della Leadership Positiva produce sia miglioramenti a livello organizzativo – in termini di produttività, profittabilità, qualità, innovazione e customer loyalty – che benefici di tipo individuale, in termini di salute, benessere emotivo, funzionamento cerebrale, relazioni interpersonali e apprendimento.

E per sapere come si fa non serve andare a scomodare le aziende d’oltreoceano o le scuole del Nord Europa.

Soprattutto diventa centrale scoprire come si è, ripartire necessariamente dalla trasformazione personale, da un nuovo sviluppo umano, unica garanzia di innesco di qualsiasi processo di cambiamento della coscienza collettiva e poi del sistema sociale.

Non esistono infatti Organizzazioni Positive senza Leader Positivi, o persone con uno specifico senso di scopo, set di valori, visioni del mondo, capacità sociali.

 

Abbiamo molti casi esemplari di leader positivi anche in Italia, come Silvia Pagani della scuola Artademia, Silvia Bolzoni di Zeta Service, Daniele Raspini dell’ASP Martelli e tanti altri da approfondire QUI.

Sono i leader ispiratori del nostro lavoro, che hanno dimostrato coraggio, intuito e saggezza straordinari nelle loro applicazioni quotidiane di pratiche di leadership positiva e che ci offrono la possibilità di credere in un futuro migliore e di realizzare quelle trasformazioni individuali e organizzative che tutti auspichiamo nelle imprese, nelle istituzioni educative, nelle pubbliche amministrazioni, nell’assistenza sanitaria e in generale nelle nostre comunità.

Per ri-scoprire cosa significa davvero essere umani, per tornare a vedere la bellezza del mondo e vivere sentendoci parte integrante e armonicamente integrata del più grande ecosistema della vita.

E tu, che ruolo vuoi giocare nella partita dell’evoluzione?

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Riferimenti bibliografici e best practices

  • La Scienza delle Organizzazioni Positive. Far fiorire le persone e ottenere risultati che superano le aspettative, D. Di Ciaccio e V. Gennari, 2018, Franco Angeli
  • Chief Happiness Officer. Il futuro è delle organizzazioni positive, D. Di Ciaccio e V. Gennari, 2020, Franco Angeli
  • Stop Jurassic Management. Persone, ambienti e culture del lavoro, D. Di Ciaccio e V. Gennari, 2023, Franco Angeli
  • Practicing Positive Leadership. Tools and techniques that create extraordinary results, K. Cameron, 2013, Berrett-Koehler Publishers
  • L’Economia del Buddha. I suoi insegnamenti ci salveranno dalla crisi, C. Brown, 2017, Antonio Vallardi Editore
  • Da Animali a Dèi. Breve storia dell’umanità, Y. N. Harari, 2014, Bompiani
  • Presence. Esplorare il cambiamento profondo nelle persone, nelle organizzazioni e nella società, P. Senge, C.O. Scharmer, J. Jaworski, B.S. Flowers, 2013, Franco Angeli
  • Una Teoria del Tutto. Una visione integrale per la politica, l’economia, la scienza e la spiritualità, K. Wilber, 2015, Edizioni Crisalide
  • Reinventare le organizzazioni. Come creare organizzazioni ispirate al prossimo stadio della consapevolezza umana, F. Laloux, 2016, Guerini Next

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