EDITORIALE
09.10.2024
Salute mentale e benessere sistemico: esplorazioni libere
Di Paola Baravalle
“Il lavoro era tutto per me. Rappresentava il mio riscatto personale, il mio più grande spazio di realizzazione. Quando la realtà è cambiata mi sono sentito perso e fragile, senza più alcuna certezza. Provavo molta vergogna” Alessandro, 57 anni, milanese.
“La rabbia mi ha accecato e ho avuto una reazione così violenta che mi ha paralizzato. Ero intossicato da un ambiente che non era più per me. Ho scelto nuovi orizzonti e ho rimesso insieme i pezzi, riconoscendomi di nuovo”. Marcel, 36 anni, Parigi.
“Tutto era buio e doloroso. Qualunque pensiero mi portava sempre più in basso. Volevo solo smettere di sprofondare. Una promessa fatta a mio padre mi ha salvato la vita.” Shoena, 31 anni, namibiana.
“Il cibo è per me un dolore necessario. Non sarà mai un piacere ed è da sempre la mia condanna. Ci convivo, gestendo la paura e il disgusto perenne.” Sabine, 29 anni, Londra.
“Nei momenti peggiori della mia vita ho perso il sonno e tutto diventava sempre più pesante. Mi sentivo sopraffatta. Ho chiesto aiuto e ho trovato professionisti capaci, premurosi che mi hanno aiutato a ritrovare quiete, direzione e fiducia. Ammettere di avere un deficit emotivo non è stato facile… in nessuna occasione! Ma farlo mi ha salvata da fatiche più gravi.” Paola, 48 anni di Moncalieri.
“Vorrei guardarmi allo specchio e, nonostante tutto, poter dire sinceramente che sono finalmente in pace con me stessa” Caterina, 18 anni, Lombardia.
Queste sono #parole che ho ascoltato e accolto come potevo… con rispetto ma con la #distanza tipica di chi, inconsciamente sente certe cose distanti.
Poi la vita mi ha messo di fronte ad aspetti della sua #fragilità che non avevo attraversato prima. Incredula e non “attrezzata”, sono rimasta immobile a lungo, prima di intravedere spiragli di senso e #direzione.
Vengo dalla tradizione contadina, dove il dolore è solo quello che puoi vedere e, per quanto il cammino evolutivo mi abbia portato lontano, non ero preparata a guardare da vicino #oscurità tanto profonde. Ho faticosamente aperto occhi e #coscienza, iniziando ad esplorare nuovi saperi per comprendere il dolore, gestire gli impatti e crescere.
Quelle di Caterina sono le parole di una giovane donna, a me molto cara, che ha lottato violentemente con una condizione mentale sfidante e che in uno sprazzo di “normalità” dialogava di sogni e di futuro. Oggi, questa giovane donna sta ricostruendo la sua nuova vita, un frammento alla volta, e scrive questo articolo insieme a me.
Caterina rileggendo le parole che aveva detto, si guarda allo specchio e dice: “… è stato un viaggio folle, le montagne russe più estreme che io abbia mai visto, ma ora sono qui. Viva. Il viaggio volge al termine, posso fermarmi e finalmente respirare, senza sentire quel peso sul petto. Me la merito anch’io una rinascita: ho sopportato tanto e adesso posso deporre le armi e pensare che ci sarà molto lavoro da fare su altri fronti, ma il sogno, di cui farneticavo in un momento di lucidità, adesso è realtà.
E posso anche almeno provare a dare un messaggio di speranza a tutti coloro che soffrono. Una ragazza, la persona più forte, determinata, intraprendente e indipendente che abbia mai conosciuto, una volta mi ha detto una frase che mi ha colpito molto: a tutto — tutto — c’è una soluzione, tranne ad una cosa: la morte. Ma finché tu sei qui, viva a combattere, in qualche modo tutto si può risolvere.
Se credete ciò sia impossibile pensate a me: ritenevano che per come mi sono comportata in passato non sarei mai stata felice… mi trattavano come una causa persa, una battaglia inutile, e invece io sono qui, a scrivere questo articolo con il sorriso sulle labbra. Se ce l’ho fatta io ce la possiamo fare tutti.”
Grazie Caterina! Sei un esempio di #coraggio e rinascita per tutti.
Continua a leggere, potrebbe valerne la pena!
Anche la salute mentale è un #diritto: come tale dovrebbe essere considerata una priorità e preservata ad ogni costo, al di là di ogni pregiudizio.
Non se ne parla abbastanza! Negli eco-sistemi organizzati come famiglie, scuole, aziende, ci si dedica solo se “costretti” e manca un tassello fondamentale, ovvero la consapevolezza che quelli mentali sono problemi di salute. Non vezzi, stranezze o mode… La salute mentale è una componente essenziale del benessere di ogni sistema.
Negli ultimi quattro anni, l’umanità ha vissuto tempi duri: la pandemia, le preoccupazioni geopolitiche ed i conflitti, le pressioni economiche con impatti e nuove nuove salite per un numero sempre maggiore di famiglie, la situazione climatica, che ha risonanze sempre più allargate e impattanti per tutti.
Tutti fattori che hanno avuto conseguenze e portato ad un aumento dei disturbi psicologici nella popolazione.
Secondo il Rapporto “Headway – A new roadmap in Mental Health” realizzato da The European House – Ambrosetti in partnership con Angelini Pharma, il 62% degli europei dichiara che la loro salute mentale è stata fortemente impattata da questa “poli-crisi”.
In Italia i disturbi mentali rappresentano il 15% del carico di disabilità in Europa e sono al secondo posto tra le malattie non trasmissibili più comuni.
Un numero significativo di italiani (circa 3 MLN) soffre di problemi di salute mentale: essi variano dalla depressione e ansia a disturbi più gravi come quelli psicotici e comportamentali. Queste evidenze non riguardano solo gli adulti, ma anche i giovani! Si stima che 20 giovani su 100, oggi, soffrono di disturbi mentali diagnosticabili, ma ancora spesso sottovalutati o addirittura ignorati.
Questo fenomeno grida “attenzione” e il bisogno di intervento. Occorre preparare un sistema di supporto psicologico capace di prevenire e di rispondere alle emergenze, che sia accessibile a tutti. In Italia, il riconoscimento della salute mentale come tema urgente sta aumentando, ma c’è ancora molto lavoro da fare per promuovere #conoscenza, #consapevolezza e #prevenzione.
Il nostro sistema sanitario offre una rete di servizi che forniscono assistenza ambulatoriale e supporto psicologico, tuttavia, esistono ancora diversi #ostacoli a un’efficace risposta ai bisogni di salute mentale e a tutti i bisogni correlati. I servizi sono spesso sottodimensionati, con un numero insufficiente di professionisti. In molte aree, l’accessibilità è ancora limitata o, addirittura, mancano del tutto strutture adeguate. Lo stigma legato ai disturbi mentali rimane però una delle barriere più significative, dissuadendo molte persone dal cercare aiuto per tempo, per paura di giudizio e discriminazione.
Per affrontare efficacemente la questione, è essenziale promuovere l’accoglienza e la consapevolezza. Educare le persone può anzitutto incoraggiare a cercare aiuto. Campagne di sensibilizzazione attente e curate, programmi mirati e l’inclusione della salute mentale nei servizi di assistenza sanitaria primaria possono fare la grande differenza.
La #prevenzione è certamente il pilastro essenziale nella gestione della salute mentale. Ciò significa mettere in atto misure preventive che superino la vergogna, sostengano la manifestazione genuina alle prime difficoltà e promuovano il benessere mentale come condizione necessaria di tutti.
Cosa fare concretamente?
* Creare ambienti scolastici che sostengono la salute mentale degli studenti e che sì forniscano accesso a consulenza e supporto psicologico, ma che siano altresì in grado di allenare i giovani ad accogliere e gestire la fatica psicologica, le sfide emotive e i fallimenti come parte essenziale e necessaria di ogni viaggio di crescita.
* Identificare e supportare, in ogni sistema sociale, le persone a rischio, e contemporaneamente impegnarsi per cogliere i segnali deboli.
* Più di tutto serve un cambio di paradigma profondo. Bisogna smettere di considerare la salute mentale un tema marginale e riconoscerla come parte integrante del benessere complessivo. Serve la stessa #dedizione e comprensione che viene concessa a tutte le patologie fisiche.
Questo cambiamento implica una nuova coscienza, oltre che un’allocazione più attenta di risorse. Va eliminata la disparità esistente tra salute fisica e mentale. È tempo di agire e contribuire affinché tutti possano accogliere, comprendere ed evolvere, per vivere una vita sana, piena e appagante.
Il contributo tangibile di IIPO, dedicato ai giovani, si chiama EDU-SFERA ed è uno uno spazio di saperi, strumenti e risorse dedicato alle ragazze e ai ragazzi per sostenere la loro evoluzione personale, la crescita professionale e il desiderio di generare impatto significativo nel mondo. Grazie ad EDUFY, piattaforma interattiva gratuita, offriamo, a chiunque acceda e sia in target, la possibilità di approfondire aspetti evolutivi fondamentali per il benessere mentale. In particolare proponiamo visioni e conoscenze sulla gestione delle energie (mentali, fisiche, spirituali, emotive), sulla Scienza della Felicità e sulle Organizzazioni Positive.
https://iipo.it/le-sfere/edusfera/
da “La carne degli angeli“
di ALDA MERINI
Del tutto ignari della nostra esistenza
voi navigate nei cieli aperti dei nostri limiti,
e delle nostre squallide ferite
voi fate un balsamo per le labbra di Dio.
Non vi è da parte nostra conoscenza degli angeli,
né gli angeli conosceranno mai il nostro martirio,
ma c’è una linea di infelicità come di un uragano
che separa noi dalla vostra siepe.
Voi entrate nell’uragano dell’universo
come coloro che si gettano nell’inferno
e trovano il tremolo sospiro
di chi sta per morire
e di chi sta per nascere.
Per i più volenterosi una piccola appendice dedicata alla sfera organizzativa
I disturbi di salute mentale hanno un impatto significativo sul sistema sociale e sull’occupazione, con un tasso di disoccupazione del 7,7% più alto per le persone con disturbi mentali e un divario retributivo del 30% rispetto alla popolazione generale.
L’OMS stima che ogni anno si perdano 12 miliardi di giorni lavorativi a causa di ansia e depressione, con un costo di circa un trilione di dollari.
Investire nella salute mentale nelle aziende può portare a un ritorno economico significativo, stimato in quattro volte l’investimento iniziale, migliorando la soddisfazione lavorativa, riducendo l’assenteismo e aumentando la produttività.
Tuttavia, solo il 45,8% dei Paesi UE ha introdotto programmi di prevenzione e promozione della salute mentale sul lavoro. La maggior parte di questi programmi sono gestiti dai governi, mentre alcuni derivano da partenariati pubblico-privati. Sensibilizzazione e supporto aziendale sono essenziali per migliorare la produttività e il benessere dei lavoratori. Recentemente, il Consiglio europeo ha ufficialmente riconosciuto l’importanza della salute mentale collegata all’occupazione, promuovendo azioni concrete.
Cosa fare concretamente?
Oggi abbiamo tutte le informazioni della Scienza su come funzioniamo. Prenderci cura delle nostre energie è possibile e si può insegnare, a tutti!
Prestare attenzione ai malesseri appena si presentano, analizzandone la radice profonda e trovando strade per averne cura fin dai primi segnali è l’unico modo di ridurre gli impatti nel lungo termine ed evitare di dover gestire, a posteriori, situazioni deteriorate dal contesto complesso che viviamo.
Investire nella salute mentale è sia etico sia una strategia intelligente per costruire una società sana, fertile, più inclusiva e produttiva.