ARTICOLO
15.03.2016
Cos’è la Scienza della Felicità?
Di 2BHappy
“Le tue esperienze contano. Non solo per ciò che provi in quel momento ma per i segni profondi che lasciano nel tuo cervello. Le tue esperienze di felicità, preoccupazione, amore o ansia sono in grado di provocare cambiamenti reali nella tua rete neurale. Il cervello si modifica in base a ciò su cui si focalizza la nostra mente”. Rick Hanson, Ph.D. Neuropsicologo e autore di Hardwiring Happiness e Buddha’s Brain
Alla domanda “Sei felice?” si risponde spesso con una certa nota di malinconia. Come se non ci credessimo poi fino in fondo o mancasse sempre qualcosa per completare il quadro. “Abbastanza, se solo non ci fosse il mio capo lo sarei veramente..”; “Si, se solo trovassi l’amore..”; “Quando finirò gli esami..”; “Quando cambierò lavoro, quando sarò più magra, quando non soffrirò più…”. Questi sono tutti pensieri legittimi, ma sono proprio questi pensieri a determinare la nostra capacità di avvicinarci o allontanarci dalla felicità, a coltivarla nella sua essenza più autentica.
Difficile rispondere in maniera veloce e non semplicistica, ad uno degli argomenti più discussi della storia dell’uomo, a lungo indagato in ogni tempo e ad ogni latitudine da filosofi, religioni, scienziati..
Da sempre, infatti, l’uomo ha cercato di rispondere a questa domanda, mosso dal desiderio di essere felice, ma solo di recente la Scienza è entrata nel dibattito e ha iniziato a sostanziarlo con una vasta produzione di esperimenti, ricerche e studi.
Dopo secoli di speculazioni filosofiche e chilometri di pagine di ricerche sul campo possiamo affermare che esiste una vera e propria Scienza della Felicità, disciplina giovane nata dalla convergenza e dall’integrazione dei contributi provenienti da scienze consolidate (come la psicologia positiva, la biologia, la neuroscienza, fisica quantistica e l’economia), ricerche di frontiera (come quelle nei campi della metamedicina, della fisica quantistica, o condotte da team multidisciplinari di neuroscienziati e ricercatori in campo spirituale), filosofia e discipline orientali.
1. Il cervello con cui siamo nati PUO’ CAMBIARE. Tecnicamente si chiama Neuroplasticità. Possiamo, dunque, INSEGNARE ad un cervello “vecchio” o abituato in un certo modo, COSE NUOVE.
2. Il cervello cambia se lo alleniamo a NUOVI SCHEMI di PENSIERO, come se fosse un muscolo. Possiamo in questo modo liberarci di abitudini e pensieri negativi e COSTRUIRE LA FELICITÀ. Scopri come
3. Siamo tutti tendenzialmente “cablati” per la NEGATIVITÀ (come eredità “evolutiva” della lotta per la sopravvivenza), ma possiamo ottenere enormi BENEFICI, se impariamo NUOVE MODALITÀ di reazione agli eventi e gestione dello STRESS quotidiano.
4. Il cervello è UNO e applica le stesse regole di funzionamento IN OGNI AMBITO. Che tu sia un genitore, un professionista, un educatore, un lavoratore o una semplice persona alle prese con le sfide di questa vita, le scoperte della SCIENZA della FELICITA’ valgono per tutti e forniscono soluzioni, strategie e strumenti per il miglioramento in tutti i campi.
5. Non c’è bisogno di SFORZI assurdi per iniziare a cambiare in meglio la nostra vita. Alcune semplici e divertenti azioni possono fare la differenza SUBITO!
6. La Felicità è possibile perchè è un’abilità che possiamo allenare, avendo dentro di noi tutte le risorse che ci occorrono!
Questi sono solo alcuni tra gli scienziati, ricercatori e personalità internazionali più accreditate, che con i loro pensieri e le loro ricerche hanno dato forte impulso alla nascita e alla diffusione della Scienza della Felicità di cui noi siamo divulgatrici in Italia.
SIAMO TUTTI UGUALI – Nonostante le differenze di culture, sesso, religioni, lingua, tutti gli esseri umani sono uguali: ognuno di noi aspira alla felicità e nessuno vuole soffrire.
LA NATURA DELL’UOMO E’ SOCIALE E MITE – Nasciamo “homo empaticus”, siamo geneticamente predisposti e naturalmente orientati alla cooperazione e all’empatia. Le neuroscienze, le discipline occidentali e orientali lo confermano chiaramente: i meccanismi di funzionamento del cervello, in particolare il modo in cui integra e processa le informazioni provenienti da sensi, emozioni e pensiero per elaborare la realtà, sono uguali per tutti e costituiscono la base scientifica per il riconoscimento dell’identità comune della famiglia umana e della natura profondamente interconnessa delle nostre esistenze, dunque del nostro benessere (e il cervello ne è un esempio a livello micro e fisiologico).
LA SOFFERENZA FA PARTE DELLA VITA – Per comprendere le radici autentiche della felicità e coltivarla in maniera duratura dobbiamo confrontarci con la sofferenza e il dolore, accettandone l’inevitabile naturalità nell’ambito dell’esistenza umana. La stessa empatia è possibile perché si fonda sul riconoscimento della sofferenza negli altri. “L’utopia non è reale e si differenzia dall’empatia, perché non prevede il dolore” (guarda il video La civiltà empatica). “Senza un certo grado di tolleranza della sofferenza saremo sempre infelici: sarà come vivere una notte d’incubi, una notte eterna che non finisce mai” (L’arte della felicità, Dalai Lama con H.C. Cutler, Mondadori, 2001).
E’ POSSIBILE ESSERE FELICI – Assumiamo che la felicità è possibile e possiamo praticarla, così come possiamo farlo per qualsiasi altra disciplina, coltivandola direttamente attraverso l’impegno e l’esercizio. Essa si può ottenere attraverso un ri-modellamento dei nostri atteggiamenti e delle nostre concezioni, quindi la sua chiave è nelle nostre mani, o meglio nel nostro cervello e nel nostro cuore.
DOBBIAMO “ADDESTRARE” LA MENTE ALLA FELICITA’ – “Credo che la felicità si possa ottenere “addestrando la mente”. Quando parlo di addestramento della mente non intendo solo le capacità cognitive o l’intelletto, ma assegno al termine il significato della parola tibetana sem, che è assai più ampio, più simile a psiche o spirito e include, sentimento e intelletto, cuore e cervello. Adottando una certa disciplina interiore, possiamo mutare il nostro atteggiamento, la nostra intera visione del mondo e il nostro approccio alla vita. Tale disciplina inizia con l’identificare i fattori che conducono alla felicità e quelli che conducono alla sofferenza. Fatto questo bisogna cominciare a eliminare a poco a poco i secondi e coltivare i primi. Questo è il sistema” (Dalai Lama, ne L’arte della felicità, Dalai Lama con H.C. Cutler, Mondadori, 2001).
CAMBIARE E’ POSSIBILE – Alla base della “pratica” della felicità c’è l’addestramento della mente, dunque il cervello. Ed è proprio la plasticità del cervello, il suo naturale orientamento all’apprendimento, al cambiamento e all’adattamento continuo, il fondamento scientifico per la pratica della felicità, cioè la base della sua possibilità reale. Il percorso di ricerca della felicità è un vero e proprio processo d’apprendimento. “Dobbiamo imparare prima di tutto in che modo le emozioni e i comportamenti negativi ci danneggino e che in modo le emozioni positive ci giovino. E capire che le emozioni negative non nuocciono solo al singolo individuo, ma anche alla società nel suo complesso e al futuro del mondo intero. Tramite l’analisi dei pensieri e dei sentimenti benefici e di quelli nocivi, a poco a poco maturiamo la ferma determinazione di cambiare, perché pensiamo: ora il segreto della mia felicità, di un futuro personale migliore è nelle mie mani. Non devo lasciarmi sfuggire l’opportunità”(L’arte della felicità, Dalai Lama con H.C. Cutler, Mondadori, 2001).